Dolore cronico: infiammazione e ansia causati da esperienze infantili avverse potrebbero esserne una causa

Secondo uno studio pubblicato su Scientific Reports, i meccanismi dell’impatto delle esperienze infantili avverse sul dolore cronico possono includere infiammazione e ansia. “Nonostante esista un legame tra esperienze infantili avverse (ACE) e ansia, il ruolo dell’ansia nel percorso verso il dolore cronico non è chiaro, anche se si pensa che siano coinvolti biomarcatori infiammatori come la proteina C-reattiva (CRP). Noi abbiamo voluto esaminare le relazioni tra esperienze infantili avverse riportate, ansia e dolore cronico, e valutare le associazioni tra esperienze infantili avverse, ansia e livelli di CRP e tra CRP e dolore cronico” afferma Danielle Dalechek, della University of Stirling, Regno Unito, autrice principale del lavoro.

page imgI ricercatori hanno analizzato i dati di 24.172 adulti che hanno partecipato alla UK Biobank per approfondire la situazione. Per i partecipanti con dati CRP che soddisfacevano i criteri di inclusione (n = 2.007), sono state eseguite analisi per valutare il legame tra ACE, ansia e CRP e CRP e dolore cronico. Gli esperti hanno trovato tre interazioni statisticamente significative per predire il dolore: frequenza dell’abuso fisico e sintomi muscolari riportati durante l’ansia, frequenza di essersi sentiti odiati e aver discusso di ansia con un professionista, e frequenza di abusi sessuali e difficoltà a rilassarsi durante attacchi di ansia. La frequenza dell’abuso sessuale e l’informazione di un professionista sull’ansia hanno interagito in modo significativo nel predire un livello elevato di CRP. Per quanto riguarda le correlazioni, la maggiore era tra CRP e il numero di volte in cui il dolore era stato riportato nel corso degli anni. Infine, le esperienze infantili avverse (abuso fisico, abuso sessuale e eventuale consultazione di un medico) hanno interagito in modo significativo con la CRP per prevedere il dolore.

 

 

 

 

Fonte:

Sci Rep. 2023 Oct 21;13(1):18000. doi: 10.1038/s41598-023-44874-1.

 

IT-NON-2024-00342

Dolore nell’endometriosi: le donne più sofferenti sono ad alto rischio di depressione

Gli operatori di salute mentale che lavorano con donne affette da endometriosi dovrebbero considerare le pazienti che riferiscono alti livelli di gravità del dolore e di catastrofismo ad alto rischio di depressione, e dovrebbero promuovere strategie di coping adattative per favorire un migliore adattamento a questa malattia cronica, secondo uno studio pubblicato su Psychology, Health & Medicine.

page img“Il legame tra gravità del dolore, sintomatologia depressiva e catastrofismo nelle donne con endometriosi è ancora poco studiato. Per questo abbiamo voluto valutare le differenze nella sintomatologia depressiva tra donne con e senza endometriosi, indagare se la gravità del dolore fosse associata a sintomi depressivi, e verificare se il catastrofismo moderasse il legame tra queste due variabili”, afferma Cristina Zarbo, dell’Università di Milano-Bicocca, autrice principale dello studio.

I ricercatori hanno arruolato 172 donne volontarie con diagnosi di endometriosi e 62 controlli sani. Hanno quindi valutato la sintomatologia depressiva, la gravità del dolore e la catastrofizzazione. Rispetto ai controlli sani, le donne con endometriosi avevano maggiori probabilità di ottenere un punteggio superiore al limite per la sintomatologia depressiva. Il 60,5% di queste persone è stato classificato come affetto da depressione sottosoglia o depressione minore e il 15,7% da depressione maggiore moderata o grave. La gravità del dolore era significativamente associata ai sintomi depressivi anche dopo aver controllato diverse covariate. Il modello di moderazione ha suggerito che tra le pazienti con endometriosi, la relazione tra la gravità del dolore e la sintomatologia depressiva dipendeva dal livello di catastrofizzazione, e che questa associazione era più forte per alti livelli del moderatore.

 

 

 

Fonte:

Psychol Health Med. 2023 Jul 12;1-13. doi: 10.1080/13548506.2023.2235737. Online ahead of print.

IT-NON-2024-00343

Sanità digitale: anche per il dolore sono importanti le innovazioni per la gestione a distanza

Un documento pubblicato su Frontiers in Pain Research offre una panoramica sull'uso delle innovazioni digitali per la salute nella gestione del dolore, e supporta l'uso di un framework nella valutazione dell'efficacia delle soluzioni innovative. “La gestione del dolore è essenziale per ragioni sociali, psicologiche, fisiche ed economiche. È anche un diritto umano. Tuttavia, si ha una crescente incidenza di dolore non trattato e non trattato a livello globale. Gli ampi limiti all'interazione personale fisica vissuti durante la pandemia di COVID-19 hanno dimostrato il possibile ruolo delle innovazioni digitali per la gestione della salute a distanza nel campo della medicina del dolore” spiega Yacine Hadjiat, del National Institute of Health and Medical Research, Parigi, Francia, primo nome dello studio.

page imgI ricercatori hanno visto che gli ostacoli alla diagnosi, alla valutazione, al trattamento e alla gestione del dolore sono complicati, soggettivi e dipendono da pazienti, operatori sanitari, assicurazioni, politiche e problemi normativi. Inoltre, gli esperti riferiscono che i metodi di trattamento convenzionali sono difficilmente gestibili a causa di diversi fattori, tra cui la soggettività della valutazione, la mancanza di innovazione terapeutica nell'ultimo decennio, il disturbo da uso di oppiacei e l'accesso finanziario al trattamento.

Secondo gli autori, le innovazioni sanitarie digitali sono molto promettenti nel fornire soluzioni complementari agli interventi medici tradizionali, e possono ridurre i costi e accelerare il recupero o l'adattamento.

Il documento sottolinea che esiste una crescente base di prove per l'uso delle innovazioni digitali per valutazione, diagnosi e gestione del dolore. La sfida non è solo sviluppare nuove tecnologie e soluzioni, ma farlo all'interno di un quadro che supporti l'equità sanitaria, la scalabilità, la considerazione socio-culturale e la scienza basata sull'evidenza.

 

 

 

Fonte:

Front Pain Res (Lausanne). 2023 Apr 17;4:1097379. doi: 10.3389/fpain.2023.1097379. eCollection 2023.


IT-NON-2024-00344

Dolore: la telemedicina risparmia tempo e denaro del paziente 

Le visite virtuali di terapia del dolore, rispetto alle visite in presenza, risparmiano al paziente una media di più di due ore di guida e più di 100 dollari USA in spese e mancati guadagni nel corso di tre appuntamenti, come dimostra uno studio condotto su 90 pazienti che hanno optato per la telemedicina per la gestione del dolore.

Come affermato dall’autore prof. Laleh Jailian dell’università della California, i pazienti che vengono valutati per nuove patologie potrebbero trovarsi meglio nell’effettuare una visita iniziale di persona, ma una volta che i pazienti stabiliscono una relazione con il medico, le visite di controllo possono essere effettuate in modo efficiente con la telemedicina, preservando comunque il rapporto con il paziente e gli esiti qualitativi. I ricercatori presumono che il 50% delle visite potrebbe essere condotto tramite telemedicina.

page img la telemedicina risparmia tempo e denaro al pazienteLa stima dei guadagni è un punto da revisionare con la progettazione di metodi per continuare a migliorare la valenza della provisione dell’assistenza, esattamente come altri problemi come i cambiamenti climatici e le future pandemie.

Il presente studio è stato uno dei pochi a quantificare il beneficio della telemedicina in un modo molto tangibile: il Covid ha realmente accelerato l’adozione della telemedicina ma anche prima della pandemia il grado di soddisfazione del paziente era costantemente elevato.

 

 

 

 

 

 

Fonte:

Anesthesiology Annual Meeting 2020

 IT-NON-2024-00375

La telemedicina è efficace nella gestione del dolore in pazienti oncologici 

Rispetto ai servizi medici convenzionali, un intervento di telemedicina può migliorare il dolore dei pazienti con cancro, ed è efficace e accettabile per quanto riguarda il monitoraggio dei sintomi, secondo uno studio pubblicato su Therapeutic Advances in Chronic Disease.

“Il dolore è il sintomo più comune correlato al cancro, ma è spesso sottotrattato. Anche se la telemedicina è ampiamente utilizzata nel trattamento del cancro, la sua efficacia è incerta. Per questo abbiamo voluto valutare l'impatto dell'intervento di telemedicina sul dolore nei pazienti con cancro” afferma Wenyu Chen, dell’Affiliated Hospital of Jiaxing University, Cina, che ha guidato il gruppo di lavoro.

I ricercatori hanno effettuati una ricerca su PubMed, Embase, Web of Science, Cochrane Library e database di studi clinici fino al 16 agosto 2022 per trovare studi controllati randomizzati sull'impatto dell'intervento di telemedicina per quanto riguarda il dolore nei pazienti con cancro e i relativi risultati. Sono stati inclusi 21 studi, per un totale di 1.454 pazienti che hanno ricevuto interventi di telemedicina e 2.213 che hanno ricevuto servizi medici convenzionali.

page img la telemedicina è efficace nella gestioneL'intervento di telemedicina ha avuto un effetto positivo sul miglioramento dell'intensità del dolore e sull'interferenza del dolore, con una differenza statisticamente significativa rispetto ai pazienti gestiti con servizi medici convenzionali.

I risultati dell'analisi dei sottogruppi hanno mostrato che il sottogruppo di telemedicina basato su un'applicazione e il sottogruppo con tempo di intervento di almeno sei mesi hanno dimostrato un miglioramento significativo per quanto riguarda l'intensità del dolore. Quando il tempo di follow-up era inferiore sei mesi, tuttavia, la differenza non era significativa.

“L'integrazione degli interventi di telemedicina nella gestione del dolore oncologico può essere un'opzione praticabile. Ma i suoi effetti a lungo termine devono ancora essere confermati con ulteriori studi randomizzati controllati di alta qualità in futuro” concludono gli autori.

 

 

 

 

Fonte:

Ther Adv Chronic Dis. 2023 Feb 17;14:20406223231153097. doi: 10.1177/20406223231153097. eCollection 2023.

IT-NON-2024-00374

Il digiuno prolungato aiuta a ridurre il dolore nell’artrosi degli arti inferiori

I risultati di uno studio pubblicato su Nutrients suggeriscono che i pazienti con artrosi degli arti inferiori possono trarre beneficio dal digiuno prolungato come parte di un trattamento integrativo multimodale per migliorare il dolore, oltre che la qualità della vita e i parametri funzionali specifici della malattia.

“Dati clinici preliminari suggeriscono che la riduzione del dolore attraverso il digiuno può essere efficace in diversi casi. Abbiamo voluto esaminare gli effetti del digiuno modificato prolungato sul dolore e sui parametri funzionali nell’artrosi dell’anca e del ginocchio”, spiega Daniela Koppold, della Charité-Universitätsmedizin Berlin e dell’Immanuel Hospital Berlin, in Germania, prima autrice del lavoro.

I ricercatori hanno valutato i dati di 125 pazienti consecutivi ricoverati all’ospedale Immanuel di Berlino tra febbraio 2018 e dicembre 2020, che hanno risposto a questionari all’inizio e alla fine del trattamento ospedaliero, nonché a 3, 6 e 12 mesi dopo la dimissione. Inoltre, hanno esaminato regolarmente parametri ematici e antropometrici selezionati, nonché valutazioni soggettive del dolore, durante la degenza ospedaliera. Il digiuno è stato l’unico intervento comune per tutti i pazienti, eseguito come parte di un programma di trattamento integrativo multimodale, con un apporto calorico giornaliero inferiore a 600 kcal per una media di 7,7 giorni.

page img Il digiuno prolungato aiuta a ridurre il dolore nell artrosi degli arti inferioriI risultati hanno rivelato un miglioramento della sintomatologia complessiva e riduzione del dolore comprovato da scale ufficialmente riconosciute. I farmaci antidolorifici sono stati ridotti, interrotti o sostituiti da rimedi erboristici nel 36% dei pazienti. Miglioramenti sono stati osservati anche nei parametri di esito secondari, tra cui migliore qualità della vita, riduzione di ansia e depressione, e diminuzione del peso corporeo e della pressione arteriosa.

“Saranno necessari studi controllati randomizzati di conferma per indagare ulteriormente su queste ipotesi” concludono gli autori.

 

 

 

 

 

Fonte:

Nutrients. 2023 Jun 9;15(12):2695. Doi: 10.3390/nu15122695.

IT-NON-2024-00373

L’identificazione del dolore nei pazienti critici può avvenire tramite la pupillometria

Secondo uno studio pubblicato su Intensive and Critical Care Nursing, la pupillometria può essere una valida alternativa per identificare il dolore nei pazienti critici. “Abbiamo voluto esaminare il valore del riflesso di dilatazione pupillare come strumento di valutazione del dolore nei pazienti critici, dato che è importante continuare a lavorare per il benessere e la sicurezza dei pazienti in condizioni critiche” spiega Yolanda López de Audícana-Jimenez de Aberasturi, della University of the Basque Country, e dello Osakidetza Basque Health Service, Vitoria-Gasteiz, Spagna, autrice principale del lavoro.

Per approfondire la questione, i ricercatori hanno studiato l’accuratezza diagnostica del riflesso di dilatazione pupillare confrontandolo con la Behavioral Pain Scale in pazienti di età superiore a 18 anni, sottoposti a ventilazione meccanica, con un punteggio basale della Behavioral Pain Scale di tre e un punteggio di Richmond Agitation and Sedation compreso tra -1 e -4. Gli esperti hanno studiato le risposte a uno stimolo non doloroso, e a quattro stimoli calibrati, dopo un’aspirazione tracheale e con e senza dolore, tracciando la curva operativa del ricevitore e calcolando calcolato l’area sotto la curva (AUC). Hanno quindi identificato i punti di cut-off che mostrano la massima sensibilità e specificità e studiato le prestazioni diagnostiche in base al valore predittivo negativo, al valore predittivo positivo e all’accuratezza.

page img L identificazione del dolore nei pazienti critici puo avvenire tramite la pupillometriaSono state eseguite 183 misurazioni, ed è stata ottenuta una AUC di 0,88. Il riflesso di dilatazione pupillare dell’11,5% aveva una sensibilità dell’89,8% e una specificità del 78,4%, con un’accuratezza di 81,4. Il riflesso di dilatazione pupillare ha rilevato una risposta al dolore nocicettivo nel 15,8% delle misurazioni che non hanno mostrato dolore secondo la Behavioral Pain Scale.

 

 

 

 

 

 

 

Fonte:

Intensive Crit Care Nurs. 2023 Feb;74:103332. doi: 10.1016/j.iccn.2022.103332. Epub 2022 Oct 28.

IT-NON-2024-00372

Tra adolescenti con dolore cronico primario, depressione e ansia sono diffusi

Secondo uno studio pubblicato su Pain Management Nursing, gli adolescenti con dolore cronico primario non si sentono compresi dagli operatori sanitari, oltre a lottare contro incertezza, depressione e ansia. “Il dolore cronico primario (PCP), una classificazione relativamente nuova, caratterizza il dolore che non è una risposta secondaria a una patologia primaria sottostante come un trauma o un cancro. Abbiamo cercato di approfondire l’esperienza vissuta di adolescenti con una diagnosi di PCP”, afferma Paula Mahon, del BC Children’s Hospital, e della University of British Columbia, Vancouver, Canada, prima autrice del lavoro.

I ricercatori hanno utilizzato nello studio la descrizione interpretativa (ID), una metodologia qualitativa che utilizza un approccio costruttivista e consente all’esperienza clinica di guidare un’impalcatura teorica di indagine, che può essere perfezionata man mano che la raccolta dei dati procede.

page img Tra adolescenti con dolore cronico primario depressione e ansia sono diffusiGli esperti hanno intervistato 15 adolescenti con PCP, e tutti i partecipanti hanno riferito di lottare contro incertezza diagnostica, depressione e ansia. In aggiunta alla loro angoscia, i giovani percepivano che gli operatori sanitari non credevano loro quando descrivevano il loro dolore e la sua intensità. “Sebbene siano in corso ricerche significative sulla PCP, i partecipanti ritengono che vi sia una mancanza di conoscenza sulla malattia soprattutto dal punto di vista della diagnosi, e che vi siano risorse limitate e, in generale, una certa mancanza di empatia e comprensione”, concludono gli autori.

 

 

 

 

 

 

Fonte:

Pain Manag Nurs. 2023 Jul 20;S1524-9042(23)00123-6. doi: 10.1016/j.pmn.2023.06.006. Online ahead of print.

IT-NON-2024-00371

Interventi di mindfulness: potrebbero aiutare la gestione del dolore persistente

Uno studio pubblicato su Frontiers in Pain Research, e diretto da Carole Paley, della Leeds Beckett University, e della University of Leeds, Leeds, Regno Unito, offre una prospettiva unica sull’uso degli interventi di mindfulness in un quadro sanitario incorporato nella teoria della salutogenesi e nel concetto di ambienti che causano l’insorgere del dolore. “Sosteniamo che la consapevolezza sia uno strumento prezioso per collegare l’esplorazione delle esperienze interiori del dolore corporeo con le influenze socio-ecologiche su pensieri ed emozioni”, affermano gli autori.

Gli esperti illustrano studi di neuroimaging secondo cui le tecniche di mindfulness mediano l’elaborazione neurale e i cambiamenti neuroplastici che alleviano il dolore e i sintomi correlati.

Inoltre, esaminano le prove che valutano i cambiamenti comportamentali associati alla meditazione consapevole fornendo prove che essa promuove un’attività di autoregolamentazione per il controllo delle emozioni e la catalizzazione dei cambiamenti del comportamento sanitario, entrambi importanti nelle malattie croniche.

Il punto di vista degli autori è che la mindfulness potrebbe essere un elemento centrale degli approcci salutogenici per promuovere la salute e il benessere delle persone che convivono con il dolore perché ricostruisce un senso di coesione fratturato.

page img Interventi di mindfulness potrebbero aiutare la gestione del dolore persistenteLa mindfulness consente alle persone che soffrono di abbracciare la propria esistenza, spostare l’attenzione dal dolore e dare significato alla propria vita. I ricercatori suggeriscono che l’integrazione della mindfulness nelle attività della vita quotidiana e nelle attività individuali o comunitarie possa favorire il vivere bene nel mondo moderno, con o senza dolore, quindi, promuovendo il potenziale individuale di realizzazione.

“La ricerca futura dovrebbe considerare gli effetti della mindfulness sulle persone con dolore in contesti di vita reale, considerando fattori sociali, ambientali ed economici utilizzando una serie più ampia di risultati, tra cui l’autoefficacia, il senso di coerenza e la qualità della vita” concludono gli esperti.

 

 

 

 

 

Fonte:

Front Pain Res (Lausanne). 2023 Aug 29;4:1188758. doi: 10.3389/fpain.2023.1188758. eCollection 2023.

IT-NON-2024-00370

Dolore neuropatico: dai meccanismi, per i segni e i sintomi alla terapia

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Corso FAD ECM disponibile fino al 14/11/2024

Il digiuno prolungato aiuta a ridurre il dolore nell’artrosi degli arti inferiori

card Il digiuno prolungato aiuta a ridurre il dolore nell artrosi degli arti inferiori

L'articolo tratta della possibilità, per i pazienti con artrosi degli arti inferiori, di trarre beneficio dal digiuno prolungato.

La telemedicina è efficace nella gestione del dolore in pazienti oncologici 

card la telemedicina è efficace nella gestione

L'articolo tratta del ruolo della telemedicina nella gestione del dolore.

Interventi di mindfulness: potrebbero aiutare la gestione del dolore persistente

card Interventi di mindfulness potrebbero aiutare la gestione del dolore persistente

L'articolo suggerisce l'utilizzo di interventi di mindfulness per la gestione del dolore persistente.

Tra adolescenti con dolore cronico primario, depressione e ansia sono diffusi

card Tra adolescenti con dolore cronico primario depressione e ansia sono diffusi

L'articolo tratta di depressione e ansia negli adolescenti con dolore cronico primario.

L’identificazione del dolore nei pazienti critici può avvenire tramite la pupillometria

card L identificazione del dolore nei pazienti critici puo avvenire tramite la pupillometria

L'articolo tratta del ruolo della pupillometria nell'identificare il dolore nei pazienti critici.

Dolore cronico: infiammazione e ansia causati da esperienze infantili avverse potrebbero esserne una causa

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L'articolo tratta dei meccanismi con cui le esperienze infantili avverse possono causare dolore cronico.

Dolore nell’endometriosi: le donne più sofferenti sono ad alto rischio di depressione

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L'articolo tratta del rischio di depressione nelle donne con endometriosi legato al dolore e al catastrofismo.